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Posizionamento Speakers

 

Posizionamento SpeakersIl primo passo da fare qualora si decida di acquistare degli speakers Hi-Fi per godere di un migliore ascolto della propria collezione di dischi è dedicarsi con attenzione al loro posizionamento all'interno della stanza, poiché l'influenza di quest'ultima sulla percezione dell'ascoltatore è molto più che sensibile.

 

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, infatti, degli speaker hi-fi o audio pro anche di altissima gamma collocati approssimativamente, e magari anche all'interno di una stanza già di per sé problematica in termini acustici, daranno con ogni probabilità risultati peggiori di casse qualitativamente inferiori ma sistemate con attenzione in una stanza acusticamente trattata.

Con questo post non intendo ovviamente fornire la Bibbia sull'argomento, cosa per la quale sarebbero necessarie approfondite conoscenze di fisica e acustica che comunque sarebbero difficilmente riportabili su un blog, ma dare semplici consigli pratici o spunti interessanti per chi crede di averne bisogno. Inoltre, si può tranquillamente affermare che una singola e precisa verità a riguardo non esiste, in quanto le variabili in gioco sono molte e di vario genere: geometria della stanza, finiture e rivestimenti, differenze costruttive degli speaker e diversi limiti "logistici" nella maggior parte dei casi imposti dalla necessità di tenere il nostro sistema hi-fi in una stanza non esclusivamente dedicata all'ascolto o all'home theater, ma più probabilmente da condividere con un'asse da stiro o i giochi di vostro figlio.

Partite da queste semplici linee guida che in generale sono sempre valide, ma non abbiate paura a sperimentare e comunque ricordate che i vostri padiglioni auricolari, se ben "educati", saranno degli ottimi giudici.

Il triangolo equilatero

Per un corretto ascolto stereofonico la distanza tra le vostre orecchie e i rispettivi speaker deve essere uguale alla distanza fra gli speaker stessi, così da formare un triangolo equilatero i cui vertici siano rappresentati proprio dalla vostra testa e dai due speaker. Tenete conto innanzitutto di questa regola prima di sconvolgere l'arredamento della vostra stanza preferita! Contemporaneamente gli speaker devono essere anche angolati in modo che i loro assi immaginari di emissione convergano entrambi verso la vostra testa e che formino un angolo di circa 60º con la parete posteriore. Questa angolazione, salvo diverse indicazioni specifiche fornite dal costruttore delle vostre casse legate alla loro tecnologia costruttiva, dovrebbero fornirvi un panorama stereofonico coerente oltre che un centro molto ben focalizzato.

Cercate di essere il più precisi possibile nello stabilire le giuste distanze tra voi e gli speaker e tra gli speaker stessi (i lati del triangolo), ricordando che un orecchio umano attento può percepire una sfocatura del panorama sonoro causata anche da un solo centimetro di differenza nel percorso del suono dai due speaker verso le vostre orecchie.

La stanza

Attraverso riflessioni o assorbimenti da parte delle pareti e di ciò che è contenuto nella stanza d'ascolto, il suono emesso dai vostri speaker viene criticamente modificato prima e dopo aver raggiunto le vostre orecchie: alcune frequenze verranno accentuate e altre invece attenuate.

Nella maggior parte dei casi è il problema più difficile da aggirare per ottenere il nostro scopo, a meno che non siate così fortunati da avere una stanza dalle proporzioni perfette o vicine alla perfezione.

Parlo di proporzioni perché sono proprio la forma e le misure della stanza (altezza, larghezza e profondità ovviamente) a permetterci di stabilire quali siano le risonanze modali, ovvero delle frequenze la cui lunghezza d'onda è in determinati rapporti matematici rispetto alla geometria della stanza.

Il principio delle risonanze modali viene utilizzato in maniera costruttiva per la realizzazione degli strumenti detti appunto a cassa di risonanza, come una chitarra o il fusto di una batteria acustica.

L'eccitazione provocata da uno speaker attraverso le molteplici riflessioni del suono sulle pareti genera le cosiddette onde stazionarie, un fenomeno per cui l'onda proveniente dalla sorgente (lo speaker per esempio) viene riflessa perfettamente in fase da una parete interferendo costruttivamente con l'onda originata dalla sorgente e provocando di conseguenza un aumento della pressione sonora a quella determinata frequenza.

Date le dimensioni della stanza è quindi matematicamente possibile stabilire con la massima precisione sia l'esatta frequenza a cui le onde stazionarie vengono eccitate sia la loro entità.

Molto superficialmente siamo in grado di dire che spazi in cui altezza, larghezza e profondità delle pareti - magari perfettamente parallele - siano multipli interi l'una dell'altra (per esempio larghezza=x lunghezza= 2x e altezza 2x) genereranno più risonanze modali di una stanza le cui pareti hanno misure legate in rapporti meno precisi tra loro e non sono perfettamente parallele a due a due.

Per questo motivo possiamo sicuramente affermare che lo spazio in cui questo fenomeno è più evidente, in altre parole la peggiore stanza in cui ascoltare della musica, è uno spazio cubico.

Il Rapporto Aureo

In futuro parleremo più approfonditamente delle risonanze modali e delle onde stazionarie, ma per ora vi basti sapere che in prossimità delle pareti tutti i tipi di onde stazionarie hanno punti di massima pressione sonora e che il fenomeno è particolarmente sensibile in bassa frequenza, diciamo sotto i 300 Hz. Tradotto nella pratica: evitate di mettere gli speaker molto vicini alle pareti, altrimenti andrete a eccitare maggiormente le onde stazionarie proprie della vostra stanza e otterrete un riproduzione esagerata e confusa di basse frequenze, e per lo stesso motivo è ugualmente consigliabile che anche la vostra posizione d'ascolto non sia a ridosso di una parete. Nondimeno, con ogni probabilità, dalla semplice riflessione dalle pareti posteriori o laterali alle casse deriveranno problemi di comb filtering (filtro a pettine) anche nelle medie e alte frequenze e una minore precisione dell'immagine stereofonica.

E anche se vi sembrerà contraddittorio, questo discorso vale sia per gli speaker da pavimento ma anche per quelli cosiddetti da libreria (bookshelf speaker), il cui nome è fuorviante, poiché nel 99% dei casi e come d'altra parte è normale che sia, le librerie delle nostre case stanno proprio contro delle pareti.

In generale una distanza tra parete posteriore e speaker compresa tra i 30 e i 90 cm si può considerare accettabile e relativamente a questa, attraverso il Rapporto Aureo (approssimativamente 1,6:1), si può anche calcolare in maniera empirica una ideale distanza dalle altre pareti: se x cm è la distanza del woofer dalla parete più vicina, la seconda parete più vicina dovrebbe stare a 1,6x, la terza a 1,6*1,6x e così via.

In questo modo almeno in linea teorica dovremmo assicurarci una maggior linearità in frequenza.

Naturalmente questa regola deve coesistere con la regola del triangolo equilatero e compatibilmente con le vostre esigenze di spazio.

Oltre che con queste piccole regole a costo zero è naturalmente possibile intervenire in maniera massiccia sull'acustica della stanza con modifiche strutturali mirate o con l'introduzione di trappole per basse frequenze, risonatori, diffusori, pannelli e finiture assorbenti efficaci a determinate frequenze e con coefficienti di assorbimento o diffusione di diversa entità e per qualsiasi esigenza, dei quali avremo modo di parlare più dettagliatamente in futuro.

Come ho già anticipato all'inizio del post, prendete queste regole e applicatele, dopodiché provate liberamente a sperimentare con esse per ottenere il risultato che più vi convince.

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2 commenti

  • Link al commento Keesha Lunedì, 19 Dicembre 2011 09:15 inviato da Keesha

    Apparently this is what the etseemed Willis was talkin' 'bout.

  • Link al commento andrea Mercoledì, 02 Novembre 2011 07:29 inviato da andrea

    interessante...

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